ATENE MARATHON 2016.

Non tutte le ciambelle riescono col buco.

Domenica 13 Novembre 2016.

Lo so, lo sapevo da me e me lo hanno anche confermato in parecchi, tra cui podisti molto esperti; Atene è una maratona DIFFICILE, non certo da tempo veloce! Allora prepariamola bene e prendiamola per il verso giusto, così sicuramente sarà un successo, pensavo. Complici alcune interruzioni previste a causa delle programmate vacanze, inizio la preparazione un pò in anticipo; dal primo agosto sono già operativo su strada, carico come una molla e positivo come non mai. La maratona di Berlino dello scorso anno mi ha risvegliato le sensazioni ormai sopite di quando preparavo le maratone per bene e con la voglia di ottenere il massimo dalla gara.
Dopo 24 giorni di allenamento altalenante, a causa dei famosi fatti di Amatrice (comune in cui posseggo un'abitazione), arriva la prima batosta. Fortunatamente l'evento mi scuote solo a livello psicologico, visto che non ero presente in loco e visto che la mia casa non rimane danneggiata dall'evento. Avevo soggiornato ad Amatrice dal 2 al 14 agosto, una fortuna sfacciata!
Nel proseguio degli allenamenti confronto sempre le prestazioni appena effettuate con quelle dell'anno precedente, e noto che mi sta venendo tutto meglio, nettamente meglio. Nonostante sia 3/4 kg più pesante vado meglio, segno che il peso in più non è massa grassa. Tutto procede per il meglio ed il grande giorno è alle porte.
L'amico Marco ha un contatto ad Atene, una signora, maratoneta anche lei, che si trasferirà per tre notti dalla sorella lasciandoci in uso la sua centralissima casa. La nostra spedizione è composta da sei persone; io, Marco, Ivano, Antonio, Luca e Roberto. Siamo variegati; c'è il pensionato, il rappresentante, il professore, il militare ed il poliziotto, ma in questa trasferta saremo tutti solo ed unicamente MARATONETI! Solo Ivano è presente come spettatore.

Arrivo ad Atene volando con Ivano ed all'arrivo conosciamo la padrona di casa Eirini, signora molto giovanile di circa 40 anni, che ci accoglie con Marco a casa sua. In un secondo tempo arrivano gli altri e si fa conoscenza. Personalmente conoscevo soltanto Marco, ma dopo pochi minuti mi sembra di conoscere tutti gli altri da sempre!
Eirini vuole che si parli in italiano, ma è troppo indietro, e si comunica in un misto di italiano ed inglese, con Marco che nei casi estremi comunica in greco con lei, bene, con questa ho svelato chi di noi è il professore!

I pacchi gara ce li ha ritirati lei, pertanto ci evitiamo anche la bolgia del Centro Maratona.
L'appartamento di Eirini è a 200mt dallo Stadio Panatinaikos, teatro dell'arrivo della gara!
Ci organizziamo coi letti e pensiamo alla cena, poi due chiacchiere ed a letto.

Sabato mattina la sgambatina sul pistino dello Stadio, situato sopra l'ultimo anello degli spalti, è d'obbligo! Da quella posizione si vede anche il Partenone dell'Acropoli ed è uno spettacolo stupendo.

La giornata passa tranquilla e la serata è dedicata ai preparativi per il grande giorno. Motivo conduttore del pre gara è l'opera di convincimento nei confronti di Ivano per fargli correre la sua prima maratona. Un amico greco di Eirini, iscritto alla gara, non può correre, pertanto Ivano potrebbe correre col pettorale che avanza. Lo so, non si fa, ma Ivano non è un maratoneta, non è neanche un podista, pertanto farebbe un tempo assolutamente peggiore del possessore del pettorale, ma c'è da convincerlo. Si rimane che deciderà tra sabato notte e domenica mattina, non lo vedo convinto, ma l'avergli raccontato tutta la leggenda di Filippide, il muro del trentesimo km, il glicogeno dei muscoli e tutto il resto mi fa ben sperare che si convinca. Quando racconto ad Ivano che dopo la maratona può incorniciare il pettorale con la foto all'arrivo, il diploma e la medaglia e dire ANCHE IO SONO UN MARATONETA una luce positiva brilla nei suoi occhi, forse ce l'ho fatta!

Eirini fa dono a me ed a Marco (entrambi possessori di una casa nel Comune di Amatrice) di una bellissima maglia bianca a maniche corte dell'Adidas con sulla schiena scritto CORRO PER AMATRICE! Sarà il principale motivo che mi porterà al traguardo!!!
Tutto è filato liscio, non c'è da recriminare nulla, c'è solo il dubbio di come impostare la gara, ma come al solito ascolterò le sensazioni dei primissimi chilometri.

Col taxi ci rechiamo in zona partenza percorrendo a ritroso il percorso dal km 19 fino allo start. Il percorso è noto; dallo start al km 18 è pedalabile, dal 18 al 32 è salita VERA e gli ultimi 10km sono prevalentemente in discesa. Già la questione si mette male dal taxi, perchè le salite ci sono anche prima del km 18, pertanto le mie velleità di tentare le 3 ore nette vengono da subito abbandonate. Userò questa tattica; fino al km 18 arriverò in media per le tre ore, in salita mi difenderò come potrò e scavallato il km 32, se le energie mi supporteranno, mi butterò a capofitto per tentare di recuperare parte di ciò che la salita mi ha tolto. La previsione ad occhio è intorno alle 3h05.
Fino al km 18 tutto da programma, anche alla mezza maratona passo in 1h30'46'', non vado forte e sto bene, però il vento che tira contrario non promette nulla di buono. Salendo, già dopo il 18esimo km, il vento è impossibile, raffiche a 26km/h ti scuotono e gelano senza pietà. Le pale di alcuni impianti eolici girano all'impazzata, tanto da neanche distinguersi, sembrano le eliche di un bimotore!!! La media prevista in salita salta alla grande, ed ogni km perdo almeno 30/40'' sulla media delle tre ore. Ci sta e proseguo. Il percorso non è tutta una salita bensì una lunga serie di strappi, quindi ogni tanto spiana, ma per contro ti trovi davanti anche salite tostissime, e tutti questi cambi di ritmo fanno saltare il banco. Sto bene, spingo ma sto spendendo troppo. In una maratona normale ci sta, ma ad Atene trovarti in salita e con forte vento contro non è come trovarti coi due problemi singolarmente, due problemi insieme sono esponenziali, ed il conto arriva presto.
Al km 30 iniziano i primi crampi, rallento, cerco di reintegrare coi sali ai ristori ma non c'è nulla da fare; al km 32 una serie di crampi violentissimi mi rende letteralmente invalido, in pratica non riuscivo neanche a stare in piedi. Non è servita la dieta, non è servita l'integrazione prima della gara e durante la gara, ho oltrepassato il limite ed ora sono in bambola. Non sono più in grado di correre e quasi neanche di camminare, mi appoggio al bordo strada, arriva una signora del team medico che vede coi suoi occhi le continue ed incontrollate contrazioni dei muscoli delle mie gambe. La raggiunge un suo collega, mi spalmano una crema sulle gambe, ho crampi a quadricipite e bicipite femorale destri, polpaccio sinistro e non riesco a distendere il braccio destro, anch'esso colpito dallo stesso problema. Detto alla romana..... ME PARO PINOCCHIO! Anche il collo da segnali di contrazione involontaria, sto proprio messo male. Il medico mi dice IN THIS CONDITION YOU DON'T END THE RACE! (IN QUESTE CONDIZIONI TU NON FINISCI LA GARA!). Io a malapena lo sto ad ascoltare, ma quando sento quelle parole gli rispondo in italiano GUARDA, TU SEI GRECO, IO ROMANO, MI SA CHE NON HAI CAPITO BENE COME FUNZIONA LA COSA, HAI STUDIATO LA STORIA? A LIVELLO CULTURALE ALZO LE MANI, MA TRADIZIONALMENTE, I ROMANI AI GRECI, A LIVELLO BELLICO, GLI HANNO SEMPRE FATTO UN 'COSO' COSI' (a dire il vero non credo di avergli detto proprio 'COSO')! Non so se mi ha capito, le parole di certo no, ma il senso si, visto che lo strattono e mi rimetto in cammino verso l'arrivo perdendo l'equilibrio e quasi rovinando in terra!
Ormai sono in questo stato, ed i crampi ti passano col riposo, ma non posso fermarmi, NON VOGLIO! All'arrivo ho la maglia di Eirini che mi aspetta, VOGLIO INDOSSARLA CON LA MEDAGLIA DEI CLASSIFICATI AL COLLO! Ad ogni accenno di miglioramento riprovo a correre ma sono più le volte che desisto che quelle in cui riesco a fare qualche metro. Ai ristori prendo DI TUTTO, acqua, sali, gel, barrette. Ci fosse anche una bella Gricia (Amatriciana in bianco) mi mangerei anche quella, certo che non potrebbe farmi altro che bene!
Al km 35 mi raggiunge e supera Marco, lui non mi vede, gli urlo e gli comunico che sono dietro; abbiamo entrambi le chiavi di casa, ma meglio sapere, magari entrando in casa si sarebbe preoccupato nel non vedermi.
Ormai vado avanti per stimoli, ed uno è quello di incontrare Silvia Vinci, che so essere in gara. Magari in sua compagnia mi sarebbe passata meglio, ma Silvia non si vede, del resto il vento c'è stato per tutti, ed al km 41 ormai capisco che anche lei ha avuto qualche problema. Di solito Silvia non fa mai sopra le tre ore e mezza, io sto tagliando il traguardo in quel tempo ma Silvia non si vede all'orizzonte.
Ormai il cronometro è una pura curiosità, l'importante è concluderla. Riesco nel finale a malapena ad andare sotto i 5'20''/km e ne sono anche soddisfatto. Arrivo in 3h32'. Deluso ma non disfatto, non è MAI una disfatta concludere una maratona!!!

I motivi del fallimento sono da imputare alle condizioni meteo, si sa, la maratona perfetta non esiste, ed è molto facile trovare l'inconveniente. Anche la mia condotta, seppur conservativa (il cronometro lo testimonia) poteva esserlo un pochino di più. Ne prendo atto. All'arrivo la maglia mi aspetta, ma mi aspetta a casa, infatti la foto nello Stadio la farò il giorno successivo.

Tutti noi maratoneti giungiamo al traguardo, tutti provati. Marco ha fatto una gara strepitosa, io e gli altri abbiamo avuto, chi più e chi meno, problemi, ma comunque siamo all'arrivo. Tutti compreso Ivano, il quale alla fine si è convinto ed ha corso e camminato per tutti i 42km strappando uno strepitoso tempo di 6h30'!!! Alla fine il migliore è lui, fenomeno vero!!! Ha improvvisato una maratona, la sua prima ed ultima, e l'ha conclusa brillantemente!

Lunedì in relax con visita del centro e dell'Acropoli, tutto stupendo.
Le due migliori battute della trasferta le ha sparate entrambe il Prof.! Alla mia domanda "MA EIRINI DOVE TIENE L'ACQUA?" (alludendo all'acqua in bottiglia da bere) mi ha risposto "NEL RUBINETTO!".
E l'ultimo giorno, decisa la successiva maratona da fare tutti insieme, ha esordito dicendo "COSI' HO UN ANNO PER STUDIARE LA LINGUA DEL LUOGO" (Specifico che il Prof. parla e scrive perfettamente cinque lingue: Inglese, tedesco, greco, ceco e RUSSO!!!!! E nel luogo dove andremo parlano una lingua neanche lontanamente assimilabile all'italiano nè al russo, con alfabeto nè latino nè cirillico!!! Lo so lo so, Marco non è AFFATTO normale!). Sarà una maratona fuori dall'Italia ma stavolta anche fuori dall'Europa, ormai in Italia il podismo è diventato troppo un business, pertanto ci correrò sempre di meno, e poi con i mezzi di oggi, al netto delle numerose gabelle italiane del settore, conviene più andare a fare una maratona a Praga, Valencia, Atene o Londra piuttosto che in una città italiana.
Come tutte le cose belle, anche questa volge al termine. Stranamente la delusione per la mancata prestazione è completamente cancellata dal contorno della spedizione; mi sono divertito, ho conosciuto persone speciali ed ho corso la maratona più antica del mondo nell'anno del suo 120esimo anniversario, what else?!!!!